Descrizione
Le Diavolerie erano una serie di fotografie stereoscopiche, prodotte in in Francia a partire dal 1860, di diorami visionari, che raffiguravano la vita in uno strano universo parallelo chiamato Inferno. Spesso rappresentavano la realtà sociale e politica, in modo satirico. Il lotto che proponiamo è formato da due rare immagini stereoscopiche tissue (immagini stereoscopiche per trasparenza), prodotte per essere osservate in parziale controluce in modo che appaia la coloritura applicata a mano sul dorso dell’immagine. Sono stampe steroscopiche all’albumina montate su cartoncini finestrati a cui, sul verso, viene aggiunta una carta che viene colorata in corrispondenza di parti significative dell’immagine. L’oggetto così modificato, visto in trasparenza, consente di ammirare l’immagine in bianco e nero come se fosse a colori che, all’epoca, produceva un effetto di grande meraviglia e suggestione. La stereoscopia La moisson en Enfer, raffigura un diorama attribuito a Habert (1868).
«Questa composizione ha un piccolo blocco scolpito che ricorda quelli di Henneber, ormai gli stili di questi due scultori sono molto simili; sembra che fossero amici che condividevano una visione e durante gran parte del periodo di massimo splendore delle diavolerie si sono evoluti insieme all’altro mondo che rappresentavano. Tuttavia un attento esame del naso e della bocca degli scheletri ci fornisce indizi chiari su chi fosse il loro padre, il Maestro Hanneber o come in questo caso il Maestro Habert. Una sorpresa! Nel mezzo di una serie che raffigura un cupo divertimento diabolico e una malvagia satira, Habert ci regala una pacifica vignetta rurale, un festival del raccolto. In effetti, molto abilmente, ci vengono presentati degli scorci dell’intera sequenza di eventi famosi che circondano il giorno della celebrazione [del raccolto]. Al centro c’è una bella signora che fa un inchino al suo padrone offrendogli un fascio di grano. Questo ha un forte precedente nel mondo terrestre. La Bibbia ci dice che Dio, attraverso Mosè, istruì i figli d’Israele a portare i loro primi frutti del raccolto al loro sacerdote. La risposta di Satana a lei è benigna, quasi protettiva, forse anche indicativa della sua approvazione. Alla loro sinistra vediamo una squadra di contadini che raccoglie il raccolto con ganci e falci. A destra c’è un carrello che porta covoni che sono stati asciugati. In basso a destra è iniziato il processo di trebbiatura; uno scheletro in piedi brandisce quello che potrebbe essere una specie di cannocchiale e potrebbe essere costruito con ossa umane! Ancora una volta il separare il grano dalla paglia viene menzionato più volte nella Bibbia – spesso in senso figurato – come il modo in cui gli umani erano stati designati per il Paradiso o l’Inferno. il resto della scena mostra la cena del raccolto, che segna la gioiosa conclusione della festa. È tempo di mangiare a sbafo, bere a sbafo, cantare e divertirsi, per celebrare la fine del duro lavoro di diverse settimane. Habert sembra rendere un sincero omaggio a uno stile di vita che sta rapidamente scomparendo, tanto quanto T.R. Williams fece in Inghilterra nel 1850 nella sua serie di stereoscopie “Scene nel nostro villaggio”. Quando fu realizzato questo modello, era iniziata la meccanizzazione dell’agricoltura e già erano in uso mietitrici e trebbiatrici meccaniche. Negli anni seguenti si sarebbe compiuta la rivoluzione dell’agricoltura, con la completa meccanizzazione dei processi attraverso l’invenzione della mietitrice-raccoglitore e della mietitrebbiatrice. Scene come questa non sarebbero più esistite». [Cfr. May-Pellerin-Fleming – Diableries, Stereoscopic Adventure in Hell. London, 2019].