Descrizione
Arricchito dalle belle illustrazioni a colori di Paolo Ricci, uscì come strenna a dicembre del 1960, su licenza della Mondadori che lo pubblicò solo nel 1961.
Raccoglie una selezione di articoli e saggi composti nei quindici anni precedenti, raggruppati in due parti: Cronache napoletane e Uno sguardo in provincia. “Molti dei pezzi, preceduti da brani tratti da un quaderno di note di Rea, sono dedicati ad amici, per lo più napoletani”. La successione è cronologica e «pone in rilievo − come lo stesso Rea annota in apertura − il tenue filo del progresso che talvolta Napoli mostra con evidenza e tal’altra ritorna a nascondere nelle infinite pieghe della sua contraddittoria esistenza». Nelle Cronache Rea osserva, passeggia per Napoli.
Complessivamente c’è il segno di una coscienza che si arricchisce e nota con amarezza: «Mi è sembrato di scorgere che ciascuno cercasse di rubare qualche cosa alla città invece di darle qualche cosa perchè divenisse la funzionale patria comune».
E affronta qualche tema che poi riprenderà anche in seguito, mostrando che, come saggista, si conserverà integro nel corso degli anni: Croce, Mastriani romanziere («l’unico scrittore che a suo modo sia disceso negli abissi analfabeti e superstiziosi del suo popolo»), Salvatore Di Giacomo, Gilda Mignonette, Boccaccio. Scopri di più
Domenico Rea [Napoli, 1921-1994] è uno dei maggiori autori del Novecento italiano. Trasferitosi a Nocera Inferiore in tenera età, trasfigurò la cittadina d’adozione in un universo carnale, mitico e poetico, ribattezzandolo Nofi e ponendolo al centro della maggior parte della sua produzione. Scrittore inquieto, estraneo alla narrativa neorealistica così come alle sperimentazioni avanguardistiche, denunciò nelle sue opere le ingiustizie sociali e descrisse in maniera viscerale la realtà borghese e “plebea”. Esordì nel 1947 con i racconti di Spaccanapoli, a cui seguirono – tra gli altri –Ritratto di maggio, Quel che vide Cummeo, Una vampata di rossore,L’altra faccia, Il fondaco nudo, Pensieri della notte e Crescendo napoletano. Nel 1951 vinse il Premio Viareggio con Gesù, fate luce e, nel 1993, il Premio Strega con Ninfa plebea
dello stesso autore:
Domenico Rea. Petite Cochonnerie