Descrizione
«Napoli esiste ancora? Sopravvive una identità napoletana nel folto groviglio di comportamenti etichettati nei secoli da innumerevoli definizioni? Città interrotta, città schizofrenica, consumata, citta erosa nel suo profilo civile, capitale del degrado e della bellezza, ha ancora un senso, oppure è sprofondata in un magma anonimo, in un cieco e incosciente ritmo biologico che la risucchia tutta? […] I mattoni con cui è stata costruita “Dadapolis” sono i testi di numerosi poeti, scrittori, studiosi, religiosi, artisti, politici, filosofi, viaggiatori, eruditi. Le voce dei narranti, piuttosto che a monologhi o a educate conversazioni in un simposio, somigliano al disordinato brusio di un gruppo disparato di persone che […] animatamente discutono intorno ad una controversa questione che non riusciranno a risolvere, ma di cui ci avranno rivelato la complessità. Forse la distanza fra Napoli e Dadapolis, fra la città reale e questo disordinato coro di voci , rimarrà la stessa di quella che separa due inamovibili montagne».