Descrizione
Pianeti o Pianete della fortuna sono pubblicazioni popolari un tempo largamente diffuse che riportavano su foglietti variopinti di piccolo formato predizioni sul futuro e l’indicazione dei numeri fortunati per il gioco del lotto. Diffusi fino alla metà del XX secolo, prevedevano pronostici personalizzati per le diverse categorie di lettori (per uomini, donne, bambini, mariti, etc.). I pianeti della fortuna furono prodotti fin dalla metà del XIX secolo dal tipografo Giuseppe Pennaroli di Fiorenzuola d’Arda e successivamente da Marchi e Pelacani, sempre di Fiorenzuola, che pubblicava anche i Fattacci, e la Campi di Foligno, editrice dell’Almanacco Barbanera, che ampliò la rete distributiva a tutta l’Italia. Tradizionalmente distribuiti da venditori ambulanti, cantastorie o artisti di strada che, in giro per fiere e mercati, attiravano la clientela estraendo da una gabbietta un pappagallo dai colori sgargianti che pescava, su richiesta, il foglietto destinato all’acquirente in cambio di una piccola offerta.
L’idea di stampare i pianeti viene attribuita a Giuseppe Pennaroli, un intraprendente tipografo di Fiorenzuola d’Arda. Secondo la biografia dello storico piacentino Ottolenghi, il Pennaroli, rientrato nel 1866 dal servizio militare svolto a Torino, dove sembra avesse appreso l’arte del rilegatore, ebbe dal padre 500 lire che destinò alla sua nuova attività. I suoi affari andarono a gonfie vele, ma l’idea che lo rese più famoso in tutt’Italia e nel mondo sulla scia dell’emigrazione italiana, furono per l’appunto i Pianeti. Definito il piano di lavoro suddivise letteralmente l’umanità in sedici categorie: uomo, donna, uomo vecchio, donna vecchia, uomo ammogliato, donna maritata, uomo vedovo, donna vedova, uomo giovine, donna giovine, giovinetto, giovinetta, ragazzo, ragazza, bambino, bambina. Qualche anno più tardi, in un periodo sicuramente poco tranquillo della politica internazionale, si era aggiunta la diciassettesima categoria, quella del militare.