Descrizione
Lettera di ringraziamento per una recensione del giornalista Floria Del Secolo. Il V. esprime il suo desiderio di raccogliere tutte le recensioni in opuscolo.
Peppino Villani [Napoli 1877 – Roma 1942]. Cantante e attore teatrale. Esordì appena ventenne nel teatro di varietà napoletano, imitando le macchiette di Nicola Maldacea. Il suo gusto musicale raffinato, però, gli consentì di curare particolarmente quell’aspetto della rappresentazione, portandolo a scrivere canzoni come accompagnamento alle esibizioni. Il successo nazionale gli arrise presto, permettendogli di creare una propria compagnia di riviste. Nonostante lo si ricordi come trasformista, Villani era solito esibirsi senza trucco, indossando un costume composto da una bombetta, una giacca a righe e pantaloni stretti ai polpacci. Tra i suoi cavalli di battaglia ricordiamo lo “scugnizzo“, che fu poi reinterpretato da Raffaele Viviani con enorme successo che portò lo stesso Villani a smettere di fare “lo scugnizzo”.
L’avvento del fascismo e la conseguente penalizzazione del teatro vernacolare non giovarono all’attività artistica di Villani, che si vide costretto ad abbandonare le scene. Nel cinema si produsse, non accreditato, in una sola pellicola San Giovanni decollato di Amleto Palermi, con protagonista Totò. Al repertorio musicale di Villani hanno attinto diversi cantautori, tra i quali Roberto Murolo. Tra i suoi brani più noti Tammurriata palazzola, scritta da Ferdinando Russo e Rodolfo Falvo, che incise nel 1914.
Floriano Del Secolo [Melfi, 1877-Napoli, 1949]. Letterato e giornalista italiano, allievo, a Bologna, del Carducci, prof. di lettere e filosofia nel Collegio militare di Napoli, città in cui svolse anche, fino all’avvento del fascismo, una notevole attività giornalistica. Nel 1917 divenne direttore del quotidiano Il Mezzogiorno ma, con l’avvento del fascismo, dovette lasciare la carica nel 1923, poiché il giornale professava idee distanti dal regime. Dopo il sequestro di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), Del Secolo sostenne la secessione dell’Aventino e aderì all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, diventando presidente della sezione napoletana. Firmò, insieme a Giustino Fortunato, il famoso Manifesto degli intellettuali antifascisti, promosso da B. Croce e pubblicato il 1° maggio 1925. Fu tra i pochi insegnanti che si rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà allo Stato fascista e, per tale motivo, venne espulso dalla Nunziatella. Iniziò a dare lezioni private, tenne conferenze e continuò a collaborare con diversi giornali e riviste; inoltre trasformò la sua casa in un punto di ritrovo per giovani antifascisti. Nel 1927 pubblicò una raccolta antologica degli scritti di Croce dal titolo Poeti e scrittori d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale, mentre Napoli subiva i bombardamenti, ritornò a Melfi per un breve periodo. Dopo aver rifiutato la dirigenza di un giornale di Achille Lauro su incitamento di Croce, venne nominato direttore del quotidiano Il Risorgimento (1944) primo quotidiano di Napoli liberata. Il giornale non fu gradito al Psychological Warfare Branch, organo di vigilanza delle forze alleate, poiché ospitava anche alcuni articoli del Partito Comunista Italiano. Nel giugno 1946, quando la gestione della Società Editrice Meridionale ritornò ad Achille Lauro, Del Secolo si dimise dalla direzione del giornale.
Alle prime elezioni generali postbelliche, nel 1948 si candidò a Napoli nelle liste del Fronte Democratico Popolare e fu eletto senatore con 29.880 voti. La sua carriera politica fu breve, a causa di un male incurabile che lo portò alla morte un anno dopo, il 20 giugno 1949 e venne sostituito da Gabriele Jannelli.