Descrizione
Unito, con propri frontespizi e stessa proprietà:
CAMPANELLI E. – Jone o L’ultimo giorno di Pompei. Dramma in cinque atti. Manoscritto in chiara grafia, pp. 36. In fine: Finito di scrivere il giorno 21 febbraio 1885.
CAMPANILE G. – La mano Nera. Dramma in cinque atti. Manoscritto in chiara grafia, pp. 44. In fine: Suggerito al Teatro Follie il 9 gennaio 1888 da me Domenico Jannace.
Altri copioni manoscritti ad uso dei suggeritori:
Enrico Gemelli – Il Carabiniere
«[…] Nelle prime pagine – rigorosamente manoscritte – del copione può anche mancare l’autore ma è essenziale che ci sia l’indicazione della proprietà, ed è più frequente notare l’assenza del primo piuttosto che quello della seconda. Sullo stesso copione, numerose possono essere le cancellature, le sostituzioni, che stanno a indicare i passaggi di man: questo ci dice che il proprietario – in questo caso un suggeritore – è il vero dententore del sapere, mentre l’autore ha un ruolo di secondo piano, occupa un posto evidentemente marginale. […]
La proprietà fermata sui copioni non denuncia il bisogno di ricostruire una totalità, ma ribadisce solo la necessità di possederla o di esserne parte: impradronirsi del repertorio significa padroneggiare il livello consolidato della produzione nella molteplicità dei frammenti che costituiscono il corpus delle possibili forme del teatro napoletano; significa accumulare storie su storie, forme su forme, strutture su strutture». [De Matteis Stefano, Napoli in scena. Antropologia della città del teatro. Roma, Donzelli, 2012].