Descrizione
Nella lettera il L. chiede al D. di perdonarlo perché non potrà partecipare al pranzo previsto per l’indomani anche perché in fase di preparativi per “il viaggio a Fiuggi”: «[…] ti prometto che ad Avellino me ne ripagherò ad usura. Ossequia la Signora. Di’ per me qualche cosa a Ettore. Ed amami».
Nella cartolina scrive: «E perché dovrei rinunziare al tuo articolo? Scrivi – quando credi e come credi si intende – per qualsiasi giornale, anche in uno di Salerno, se non hai di meglio. Godo nell’averti visto così fluido ed ancora una volta ti auguro le cose più liete».
Mattia Limoncelli [Napoli 1880-1966]. Scrittore e Avvocato, noto per le sue arringhe. Deputato dal 1929 al 1934 (XXVIII Legislatura) per il Partito Nazionale Fascista, è stato autore di numerose raccolte poetiche. Fu nominato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e del Circolo Artistico Politecnico.
«Sottile ed elegante scrittore, Mattia Limocelli è anche e soprattutto un oratore fra i più fecondi ed acuti, sia quando indossa la toga di insigne avvocato penalista, sia davanti a un uditorio di letterati, di uomini politici, di professionisti, di artisti[…]» [Antonio Ravel, in: Tutta Napoli, annuario dei personaggi, Napoli Deperro, 1959, p. 334].
Alfredo De Marsico (Sala Consilina 1888-Napoli 1985) Avvocato, giurista e politico italiano. Grande avvocato penalista, la sua rinomata attività forense coprì un arco di oltre mezzo secolo. Eletto deputato alla Camera per la prima volta nel 1924 tra le file del Listone Mussolini, varò una legge sulla riforma del codice penale e collaborò alla stesura del Codice Rocco. Fu rieletto alla Camera nel 1929, e confermato nel 1934. Il 6 febbraio 1943 entrò nell’ultimo governo Mussolini in qualità di Ministro di Grazia e Giustizia, subentrando a Dino Grandi. Membro del Gran Consiglio del Fascismo, il 25 luglio del 1943 votò in favore della mozione Grandi che determinò l’arresto di Benito Mussolini.
Condannato a morte, in contumacia nel processo di Verona del 1944, durante gli ultimi mesi di guerra risiedette a Salerno, ormai liberata dalle truppe alleate.
Altri autografi inviati ad Alfredo De Marsico