Descrizione
- Bifolio (mm 220×142), 22 maggio 1911, dattiloscritto a inchiostro blu «Caro Del Secolo l’articolo su Fogazzaro nella sua misura, nel suo equilibrio, nella sua prosa nutrita era veramente bello! Grazie di averlo fatto!». Con firma e annotazione manoscritta a inchiostro nero «Vi accludo un pensiero per la vostra famiglia»
- Foglio singolo (mm 222×145), 20 dicembre 1913, dattiloscritto a inchiostro blu, firma a inchiostro seppia «Caro professore ecco il mensile di ottobre: quello di novembre verrà fra pochissimi giorni».
- Bifolio su carta distinta (mm 210×134), 12 dicembre 1915, dattiloscritto a inchiostro blu, firma a inchiostro nero «Caro professore Vi accludo un palco per la nostra mattinata di domani: vi è un terzo atto della Manon veramente prezioso. Amerei che, pur senza soffiettare il Giorno e le sue feste, nei vostri giornali, si parli dei due grandi artisti Bianca Bellincioni e Aristide Giorgini. Credo che ciò si possa chiedere…»
Matilde Serao [Patrasso 1856-Napoli 1927]. Scrittrice e giornalista. Compiuti a Napoli gli studî da maestra, s’impiegò nei Telegrafi dello stato, mentre cominciava a pubblicare bozzetti e novelle su giornali locali; finché entrò nella redazione del Corriere del mattino. Nel 1882 si trasferì a Roma, dove collaborò al Capitan Fracassa, al Fanfulla della Domenica, alla Nuova Antologia e alla Cronaca bizantina. Nel 1884 sposò Edoardo Scarfoglio, col quale fondò il Corriere di Roma, poi il Corriere di Napoli (dove creò una rubrica mondana, “Api, mosconi e vespe”, che divenne presto famosa), e quindi Il Mattino, di cui fu condirettrice fino al 1904, quando si separò dal marito e fondò, sempre a Napoli, Il Giorno, con Giuseppe Natale.
Accanto a questa attività giornalistica, la S. venne svolgendo la sua opera di narratrice, che comprende oltre quaranta volumi fra romanzi e novelle; e che, iniziatasi all’insegna del verismo meridionale, seguì poi, più che le correnti, le mode dello psicologismo alla Bourget, dello spiritualismo misticheggiante e del cosmopolitismo. Il primo periodo, che si protrae fino al 1905, resta, pur con qualche flessione, il più felice della sua arte; la quale, ora fervidamente rievoca aspetti, ambienti, figure della più gremita e misera vita napoletana, con sicura intuizione della psicologia collettiva e individuale, specie femminile (Dal vero, 1879; Piccole anime, 1883; Il romanzo della fanciulla, 1886; All’erta, sentinella!, 1889; Il paese di Cuccagna, 1890; La ballerina, 1899; Suor Giovanna della Croce, 1900), ora rappresenta passioni, tresche e ambizioni della società borghese o del mondo politico-giornalistico, con un distacco tuttavia oggettivo, a momenti da nota di cronaca (Fantasia, 1883; La virtù di Checchina, 1884; La conquista di Roma, 1885; Vita e avventure di Riccardo Ioanna, 1887): e sempre con uno stile disadorno, ma capace di suggestioni, di poetiche illuminazioni, talvolta (come in certe scene napoletane) anche di una barocca grandiosità. Fra le altre opere: Il ventre di Napoli (1884); Addio, amore! (1890); Castigo (1893); L’infedele (1897); Nel paese di Gesù (1898), ricordi di un viaggio in Palestina.
Floriano Del Secolo (Melfi, 1877-Napoli, 1949). Scrittore colto e raffinato, allievo, a Bologna, del Carducci, prof. di lettere e filosofia nel Collegio militare di Napoli, città in cui svolse anche, fino all’avvento del fascismo, una notevole attività giornalistica. Lavorò per diversi anni a Il Pungolo di Napoli (1903-1911) e fu corrispondente de Il Secolo di Milano (1910-1919). Dal 1911 al 1914 fu anche redattore capo de Il Giorno, il giornale politico-letterario napoletano fondato da Matilde Serao, e, ancora, a testimonianza del suo impegno, più o meno negli stessi anni fu corrispondente de Il Messaggero di Roma (1913-1919). Sullo scorcio finale della prima guerra mondiale (1918) venne chiamato a condividere la direzione dell’appena nato quotidiano napoletano Il Mezzogiorno, d’orientamento meridionalista moderatamente progressista. Con l’avvento del fascismo, dovette lasciare la carica nel 1923, poiché il giornale professava idee distanti dal regime.
Dopo il sequestro di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), Del Secolo sostenne la secessione dell’Aventino e aderì all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, diventando presidente della sezione napoletana. Firmò, insieme a Giustino Fortunato, il famoso Manifesto degli intellettuali antifascisti, promosso da B. Croce e pubblicato il 1° maggio 1925. Fu tra i pochi insegnanti che si rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà allo Stato fascista e, per tale motivo, venne espulso dalla Nunziatella. Iniziò a dare lezioni private, tenne conferenze e continuò a collaborare con diversi giornali e riviste; inoltre trasformò la sua casa in un punto di ritrovo per giovani antifascisti. Nel 1927 pubblicò una raccolta antologica degli scritti di Croce dal titolo Poeti e scrittori d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale, mentre Napoli subiva i bombardamenti, ritornò a Melfi per un breve periodo. Su incitamento di Benedetto Croce, fu nominato direttore del quotidiano Il Risorgimento (1944) – primo quotidiano di Napoli liberata – in cui confluivano le testate de “Il Mattino”, del “Roma” e del “Corriere di Napoli” di proprietà della Società Editrice Meridionale, partecipata da Achille Lauro e dal Banco di Napoli durante il ventennio. Il giornale non fu gradito al Psychological Warfare Branch, organo di vigilanza delle forze alleate, poiché ospitava anche alcuni articoli del Partito Comunista Italiano. Nel giugno 1946, quando la gestione della S.E.M. ritornò ad Achille Lauro, Del Secolo si dimise dalla direzione del giornale. Aderì nel 1947 al Fronte democratico del Mezzogiorno, alle prime elezioni generali postbelliche, nel 1948, si candidò a Napoli nelle liste del Fronte Democratico Popolare e fu eletto senatore con 29.880 voti. La sua carriera politica fu breve, a causa di un male incurabile che lo portò alla morte un anno dopo, il 20 giugno 1949 e venne sostituito da Gabriele Jannelli.