Descrizione
L’omaggio a Pietro Scoppetta dato pro manibus reca la dedica sui tre lati del cartoncino, con note di rimando numerate per una corretta lettura della stessa: «A Scoppetta un Illica migliore dell’originale. Milano 13 nov 1895. Dato appunto il 13 perché Scoppetta superstizioso non lo voleva. Già i meridionali !!! Gli unici che credono al lotto! E quando vincono vanno in galera!».
Luigi Illica [ (Castell’Arquato 1857 – 1919). Commediografo e librettista. visse una vita avventurosa. Al suo rientro in Italia abitò dapprima a Milano e in seguito a Bologna, dove fondò una rivista letteraria di ispirazione repubblicana. Nel 1882, tornato a Milano, pubblicò la sua prima raccolta di prose e poesie Farfalle, effetti di luce. Si dedicò quindi al teatro scrivendo varie commedie e soprattutto, a partire dal 1892, libretti d’opera.
È sicuramente tra i principali librettisti dell’epoca post-verdiana e lavorò per Giacomo Puccini, Alfredo Catalani, Umberto Giordano e molti altri musicisti. Fu di particolare rilievo l’incontro con Giuseppe Giacosa con il quale scrisse i suoi libretti più famosi, tutti di opere pucciniane: La bohème, Tosca, Madama Butterfly. I più fortunati, scritti da solo, sono Iris di Pietro Mascagni e Andrea Chénier di Umberto Giordano
Pietro Scoppetta [Amalfi 1863 – Napoli 1920]. Pittore. Dipinse, con pastose gamme cromatiche, ritratti, scene di genere e paesaggi dai toni aneddotici maturando, solo dopo il soggiorno a Parigi (1900-12), lo stile più fluido e immediato che gli diede notorietà. Lavorò anche come illustratore per le riviste la Cronaca partenopea, La tavola rotonda (edizioni Bideri) e Illustrazione Italiana .
Visse nella Napoli della Belle Époque, con gli eleganti luoghi di aggregazione culturale quali il café-chantant Salone Margherita e il Caffè Gambrinus, che divennero presto punti di riferimento della vita napoletana. Proprio il Gambrinus gli fornì un’importante occasione di mostrare le proprie capacità, quando nel periodo 1889-1890 fu chiamato ad affrescarne le volte con altri pittori di punta dell’ambiente dell’epoca: Luca Postiglione, Vincenzo Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Casciaro, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli… Alla sua morte la Biennale di Venezia del 1920 gli dedicò una sala personale dove furono esposti trentacinque dipinti. Sue opere sono conservate nella Pinacoteca di Capodimonte.
Paolo Troubetzkoy [Intra 10866-Pallanza 1938]. Pittore e scultore italiano di origine russa, membro della nobile famiglia Trubeckoj.