Descrizione
Tra gli articoli: Il volo dell’ala italica, trionfo di una razza virile. Mentre si chiarisce il dramma dell’Artide. La Regia Accademia Aeronautica. La formazione aerea Balbo ad Hendon. L’automobile-razzo prima fase del velivolo-razzo. Il paracadute nella leggenda, nel romanzo e nella storia. Un’ardita funivua trentina: Zambana Fai. La rivista ebbe un’evoluzione politica prevedibile: da “Rivista mensile di Aeronautica”, che in copertina recava la scritta: “Fondata da Attilio Longoni”, a “Organo Ufficiale dell’Ente Nazionale di Preparazione Aeronautica”. Sulla copertina apparve poi la dicitura “Periodico Nazionale dell’Aviazione Fascista” e infine nel 1938 leggiamo: “Pubblicazione quindicinale dell’Aviazione Fascista nata per volontà di Mussolini nel 1919”. Stampata su carta di lusso con oltre 100 pagine intercalate da riproduzioni artistiche applicate su cartoncino. (A. Longoni). Le copertine, le pubblicità e le pagine propagandistiche erano opera di importanti cartellonisti, grafici e pittori dell’epoca: Bruno Munari, Alberto Mastrojanni, Gino Negrin, Tato (Guglielmo Sansoni), Diego Santambrogio… Immagini Dèco, Allegorie, Aeropittura, Futurismo, fotografia.
Attilio Longoni (Monza 1885-1932) è stato un pioniere dell’aviazione, giornalista e politico italiano. Fu segretario nel 1919 dei Fasci italiani di combattimento. Durante la prima guerra mondiale divenne allievo pilota del Servizio Aeronautico e poi operò in Macedonia e Albania. Nel marzo 1919 fu uno dei fondatori e segretario cittadino del fascio milanese. Il 9 maggio dello stesso anno divenne segretario nazionale dei Fasci italiani di combattimento fino all’agosto successivo. Partecipò alla Marcia su Roma. Fu redattore del “Secolo illustrato”, che lasciò per fondare alla fine del 1919 il settimanale “La Gazzetta dell’Aviazione. Nel 1922 fondò la rivista mensile di aeronautica L’Ala d’Italia, che diresse fino alla morte. Nel 1920 fondò l’Associazione Italiana Aeronautica e poi nel 1925 la Lega Italiana Aeronautica. Nel 1931 pubblicò Fascismo ed aviazione: gli aviatori nella rivoluzione fascista. Nel 1932 presiedette anche l’Aeroclub di Milano.
Gino Negrin (Vicenza 1902 – Chiavari 1993). Pittore autodidatta diede le prime prove pubbliche del proprio talento artistico a partire dalla seconda metà degli anni Venti. Dopo un periodo trascorso a Milano, città in cui si era trasferito nel 1926, iniziò a viaggiare, vivendo per quarant’anni tra Madrid, Parigi, Buenos Aires e New York. Alla fine degli anni Sessanta si stabilì a Chiavari. Tra le principali rassegne a cui ha partecipato si ricordano la Biennale di Brera, (1932); la Biennale di Venezia, (1942). Autore di ritratti e di interni con figure e stato anche decoratore di stoffe, di ceramiche e cartellonista. Anche lui, come molti artisti dell’epoca, basti ricordare, tra gli altri, Wildt, Depero, Balla, Prampolini, Sironi, Dudovich, Boccasile, Cappiello , lavorò nell’ambito della pubblicità, sia con la realizzazione di manifesti (che tra le due guerre vissero una vera e propria epopea), sia nell’editoria.