Descrizione
Il raffinato editore scrive al suo più stretto collaboratore, direttore di collana e capo redattore del mensile La Tavola Rotonda:
«Caro Macchia , vorrei anche quest’anno pubblicare i soliti numeri, però con una certa antecedenza, vale a dire in luglio, i primi due per lo meno […] Occorrerebbe scrivere qualce cosa […] sulle canzoni, decadenza del presente, gloria nostra antica»
Ferdinando Bideri [ Napoli 1850-Portici 1930] Dal 1890 divenne il più raffinato editore di Napoli: gli eleganti caratteri, le caratteristiche iniziali in rosso o in azzurro lo fecero imporre rapidamente all’attenzione dei lettori e dei bibliofili. Ma il B. non fu soltanto un editore di cose napoletane; attento alle mode della cultura fin de siècle, non trascurò i prodotti più tipici e significativi della letteratura, della musica e dell’arte contemporanea.
Nel 1891 pubblicò, tra l’altro, ‘O funneco verde, ‘O munasterio e la Cronaca del Teatro San Carlino di S. Di Giacomo, Gli amori di Mario Giobbe. Il “romanzo proibito” di Gabriele D’Annunzio, l’Innocente, rifiutato dall’editore milanese Treves per scrupoli moralistici, vide la luce nel 1892 per i tipi del Bideri: oggi è una rarità bibliografica.
A B. spetta il merito, primo in Italia, di alcune traduzioni di opere di Oscar Wilde, del Tolstoj e del Dostoevskij. Dal 1891 alla vigilia della prima guerra mondiale il B. divenne l’editore del settimanale letterario-musicale illustrato La tavola rotonda: vi collaborarono, tra gli altri, D’Annunzio, Di Giacomo, Capuana, Bracco, E. Scarfoglio, M. Serao, F. Russo, A. Macchia.
Una concessione al gusto popolaresco furono talune pubblicazioni “brillanti” e manualistiche: Il segretario per tutti,Il Re dei cuochi e le “cartoline” con canzoni e brevi sketch tratti dal repertorio dei notissimi ed esilaranti “macchiettisti” napoletani Nicola Maldacea e Peppino Villani.
Ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione della canzone napoletana: riunì intorno alla sua casa editrice i migliori poeti, “parolieri” e compositori, e ne diffuse le composizioni in edizioni economiche: foglietti volanti con versi, libretti con canzoni e parti di mandolino, numeri unici in occasione dei festeggiamenti di Piedigrotta, ecc. Ne fece anche edizioni di lusso per l’estero e soprattutto per gli Stati Uniti e l’America meridionale.
La guerra rallentò l’attività del B., segnandone definitivamente intorno al 1920 il tramonto. Non vi era posto ormai, nel mutato clima culturale e nell’accelerato processo di trasformazione del costume e dei gusti, per un’editoria così legata a un’epoca precisamente tipicizzata. Con l’avvento del fascismo il B. si allineò al nuovo regime e divenne consigliere direttivo dell’Unione industriale fascista.
Achille Macchia [1885-1958]. Giornalista, direttore editoriale e collaboratore di parecchie testate napoletane, tra le quali: Don Marzio, Don Chisciotte, La Tavola Rotonda, Contropelo, Il Mezzogiorno ecc. Salace umorista e attento osservatore dei costumi letterari del suo tempo. Attraverso una collana della allora attiva casa editrice Bideri, da lui diretta, contribuì notevolmente a far conoscere, nell’area meridionale, autori affermati, di passaggio per Napoli: Anatole France, Flaubert, Daudet, Wilde.
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