Descrizione
«Una guida appassionata, ricchissima, inconsueta della Napoli di fine Seicento, città carica di problemi economici, sovraffollata, politicamente periferica. E tuttavia grande museo all’aria aperta e impareggiabile emporio della cultura alta e di culture popolari».
Un’opera capitale per la riscoperta e la conoscenza del patrimonio artistico-monumentale della città. L’edizione migliore, a leggere Benedetto Croce «… è quella in cinque grossi volumi, pubblicati dal 1856 al 1860, per cura del Cav. Giovan Battista Chiarini, il quale ebbe il buon pensiero di ristampare integralmente il testo originale del 1692 in carattere più grosso e in carattere minuto fece una gran quantità d’aggiunte, compendiandovi e spesso addirittura trascrivendovi quasi tutta la letteratura posteriore circa la topografia e i monumenti di Napoli».
L’opera viene riprodotta in edizione anastatica per offrire a studiosi e lettori un chiaro e corrispondente strumento di riferimento e consultazione. I volumi di grossa mole sono stati divisi in tomi, lasciando, però, invariata la numerazione delle pagine.
Carlo Celano nacque nel 1617 a Napoli, e vi morì nel 1693. Solo nel 1692, con tre quarti di secolo sulle spalle, e dopo un decennio di assidue fatiche, diè fuori le preziose Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forestieri, in dieci volumi di piccolo formato, abbelliti da piante e vedutine. È noto com’egli scrivesse tale opera, sdegnato dall’aver udito, in Duomo, taluni stranieri asserire non esservi nulla a Napoli da ammirare, all’infuori del mare e del cielo: allora per smentirli, si era messo, già vecchio, all’opera studiando in biblioteche ed archivi, ma sopra tutto visitando minuziosamente i luoghi da descrivere; memorabile, fra l’altro, la sua discesa in vari pozzi, per rintracciare gli antichi corsi sotterranei delle acque…
Non v’è lavoro sulle vicende della nostra città, dalle gravi trattazioni ai labili articoli da giornale, in cui non trovi necessariamente la sua testimonianza, il peso della sua autorità. [GINO DORIA da Le strade di Napoli Napoli, Ricciardi, 1943]