Descrizione
«Caro Floriano eccoti le Laudi […] L’Emporium di quest’anno l’ho sparso […] Lo raccoglierò e te lo manderò. Ci vediamo domani sera al San Pietro?»
Alfredo Baruffi [Bologna 1873-1948]. Vitale illustratore di stile liberty nella fiorente industria libraria bolognese tra il XIX e XX secolo disegnatore di ex-libris, si avvicinò all’arte del disegno da autodidatta, entrando a far parte nel 1897 dell’esuberante gruppo di artisti antiaccademici de I Giambardi della Sega, risale a questo periodo la sua amicizia con Floriano Del Secolo. Conobbe A. Majani, con il quale, sotto lo pseudonimo di Barfredo, produsse una serie di caricature per le nascenti riviste umoristiche bolognesi. Ispirato dai periodici modernisti di lingua tedesca e anglofona (Ver Sacrum, Jugend e The Studio), orientò il proprio gusto verso lo stile liberty d’Oltralpe.
Le sue opere, caratterizzate da ambientazioni bucoliche neoclassiche e decorativismo floreale, adornarono le più eleganti pagine dell’editoria artistica contemporanea: Italia ride (1900), Novissima (1901-1909), Emporium (1904-1905) e Vita d’Arte (1908-1913). Il successo raggiunto, testimoniato anche da un articolo monografico apparso su The Studio (1901), permise all’autore bolognese di compartecipare alla realizzazione de La Divina Commedia nuovamente illustrata (Alinari, 1902-1904). Espose alla Biennale di Venezia (1905) e all’Esposizione Internazionale d’Arte di Roma (1911). Seguirono lavori per raccolte poetiche d’autore edite da Formiggini e Zanichelli e progetti artistici per affissi pubblicitari.
Floriano Del Secolo (Melfi, 1877-Napoli, 1949). Giornalista, politico e scrittore colto e raffinato. Fu allievo di Giosué Carducci a Bologna dovè studiò e visse dal 1893 fino ai primissimi anni del ‘900. Durante il periodo bolognese strinse una forte amicizia con Alfredo Baruffi. Professore di lettere e filosofia nel Collegio militare di Napoli, città in cui svolse anche, fino all’avvento del fascismo, una notevole attività giornalistica.
Lavorò per diversi anni a Il Pungolo di Napoli (1903-1911) e fu corrispondente de Il Secolo di Milano (1910-1919). Dal 1911 al 1914 fu anche redattore capo de Il Giorno, il giornale politico-letterario napoletano fondato da Matilde Serao, e, ancora, a testimonianza del suo impegno, più o meno negli stessi anni fu corrispondente de Il Messaggero di Roma (1913-1919).
Sullo scorcio finale della prima guerra mondiale (1918) venne chiamato a condividere la direzione dell’appena nato quotidiano napoletano Il Mezzogiorno, d’orientamento meridionalista moderatamente progressista. Con l’avvento del fascismo, dovette lasciare la carica nel 1923, poiché il giornale professava idee distanti dal regime. Dopo il sequestro di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924), Del Secolo sostenne la secessione dell’Aventino e aderì all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, diventando presidente della sezione napoletana. Firmò, insieme a Giustino Fortunato, il famoso Manifesto degli intellettuali antifascisti, promosso da B. Croce e pubblicato il 1° maggio 1925.
Su incitamento di Benedetto Croce, fu nominato direttore del quotidiano Il Risorgimento (1944) – primo quotidiano di Napoli liberata – in cui confluivano le testate de “Il Mattino”, del “Roma” e del “Corriere di Napoli” di proprietà della Società Editrice Meridionale, partecipata da Achille Lauro e dal Banco di Napoli durante il ventennio. Il giornale non fu gradito al Psychological Warfare Branch, organo di vigilanza delle forze alleate, poiché ospitava anche alcuni articoli del Partito Comunista Italiano. Nel giugno 1946, quando la gestione della S.E.M. ritornò ad Achille Lauro, Del Secolo si dimise dalla direzione del giornale.
Aderì nel 1947 al Fronte democratico del Mezzogiorno, alle prime elezioni generali postbelliche, nel 1948, si candidò a Napoli nelle liste del Fronte Democratico Popolare e fu eletto senatore con 29.880 voti. La sua carriera politica fu breve, a causa di un male incurabile che lo portò alla morte un anno dopo, il 20 giugno 1949 e venne sostituito da Gabriele Jannelli.
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