Descrizione
Umberto Moggioli [Trento 1886-Roma 1919]. Allievo di G. Ciardi, studiò all’Accademia di Venezia e dipinse prevalentemente paesaggi e ritratti, dal 1907 cominciò a esporre alle Biennali veneziane, suscitando l’interesse del critico Nino Barbantini. Nel 1910 si stabilì a Burano, stringendo amicizia con il pittore Gino Rossi. Due anni dopo partecipò con quattordici tele all’esposizione di Ca’ Pesaro, ottenendo un grande successo. Gli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale furono i più felici della sua breve carriera e videro la sua presenza alle esposizioni della Secessione a Roma. Scoppiata la guerra, si arruolò volontario nell’esercito italiano e combatté sul fronte trentino, ma dopo qualche tempo fu riformato per malattia. Si stabilì allora a Cavaion Veronese, immortalando in liriche tele le colline e le luci del Garda, e successivamente a Roma, dove riprese la sua attività di pittore. Colpito dalla “febbre spagnola”, si spense a Roma a soli 32 anni. Numerose sue opere si conservano nelle Gallerie d’arte di Roma, Milano, Venezia e al MART di Trento e Rovereto.
Nino Barbantini (Eugenio) [Ferrara 1885-Venezia 1952]. Fin dagli anni che seguirono la prima guerra mondiale fu l’organizzatore, e il protagonista, di avvenimenti artistici di vasta risonanza, come le memorabili mostre del ritratto dell’Ottocento (1923) a Venezia; del Settecento veneziano (1929) ai Giardini di Venezia; della pittura ferrarese, in Ferrara (1933); dei capolavori del ritratto italiano (1936) a Belgrado e particolarmente quelle di Tiziano (1935) e del Tintoretto (1937) in Ca’ Pesaro. Gli scritti del B., agili e ricchi di vivaci impostazioni polemiche e di intuizioni estetiche, ebbero notevole influenza sugli sviluppi degli studi critici dell’arte e sull’arte medesima in Italia dopo la prima e la seconda guerra mondiale.