Descrizione
Il territorio impegnato dalle vicende belliche è quello dell’attuale provincia di Caserta, delimitato a in un triangolo avente i vertici nelle città di Capua, Caiazzo e Maddaloni. Sebbene in inferiorità di uomini e mezzi, i volontari dell’Esercito meridionale al comando di Giuseppe Garibaldi, dopo duri combattimenti nelle località sunnominate, riuscirono a respingere il tentativo dei napoletani di rompere l’accerchiamento di Gaeta e marciare su Napoli, convincendo i generali borbonici ad interrompere ogni tentativo di avanzata e a ritirarsi nelle posizioni di partenza. La battaglia fu l’ultimo tentativo fatto da Francesco II di respingere i garibaldini e riconquistare il proprio regno, ma il suo fallimento segnò definitivamente la fine del Regno delle Due Sicilie: il Re infatti, demotivato e persa la fiducia nei suoi comandanti, decise di chiudersi a Gaeta con i resti delle forze a lui fedeli, in attesa di un eventuale aiuto straniero alla sua causa, che tuttavia non giunse mai. Francesco II si arrese definitivamente il 13 febbraio 1861, dopo cinque mesi di assedio da parte dell’esercito piemontese.
Alla battaglia partecipò anche Carmine Crocco, come volontario garibaldino nell’esercito meridionale dopo avere disertato dall’esercito borbonico, che in seguito sarebbe divenuto il più noto capobanda del brigantaggio postunitario.