Descrizione
«In una prima fase (dal 1920 al 1933-34), prevale la produzione come illustratore di libri (per case editrici quali Corbaccio o Cappelli) e soprattutto come caricaturista (anche d’ambito non teatrale), spesso all’interno di rubriche o cronache redatte da lui stesso […]. In quegli anni lo stile grafico di Onorato evolve rapidamente verso un’essenzialità e marcatezza di tratto attraverso cui, ridotta al minimo la cura dei particolari nell’ambientazione (nella ‘messa in scena’) della caricatura o dell’illustrazione, si punta a un verismo psicologico (o di situazione) impostato sulla concentrazione intorno a pochi tratti essenziali e rivelatori: una ricerca di essenzialità in cui si è voluto vedere un influsso della caricatura ‘sintetica’ del futurismo» [cfr. Perrone Burali d’Arezzo, 1999; Verdone, 2006].
Umberto Onorato [Lucera 1898 – Cassino 1967] Disegnatore, scenografo, giornalista e critico. Riconoscibile per il tratto essenziale che ha suggerito ad alcuni un accostamento alla corrente del Futurismo, fu noto soprattutto per le caricature dei divi del teatro e del cinema italiani suoi contemporanei. Esordì come scenografo nel 1928 nella compagnia di operette Riccioli-Primavera e proseguì, negli anni ’30 e ’40 a inventare costumi e scenografie per rilevanti compagnie italiane di prosa e di rivista. Collaborò con numerosi periodici e quotidiani: Il Dramma, Le grandi firme, Il travaso delle idee, Marc’Aurelio, Settebello e Cantachiaro. Oltre ad aver illustrato il libro Modestia a parte… di Ettore Petrolini pubblicò, nel 1920, un volume contenente diverse sue caricature, dal titolo Pupazzi, nel 1931 è il turno del libro autobiografico illustrato Nuovo per queste scene e, nel 1934, di Cento pupazzi di teatro.
Michele Galdieri [Napoli 1902-1965]. Commediografo, paroliere e sceneggiatore, figlio di Rocco. Fin dal suo primo successo, L’Italia senza sole (1925), che conteneva coraggiosi riferimenti al delitto Matteotti, G. puntò a una satira giocata sulle allusioni e sugli ammiccamenti. Nel 1927 scrisse per Eduardo, Peppino e Titina De Filippo la fortunata La rivista che non piacerà. Da allora collaborò con i maggiori comici di quegli anni, Totò primo fra tutti. Con l’avvento della commedia musicale sembrò aver esaurito la sua vena migliore. Scrisse numerose canzoni, tra cui la celebre Munasterio ‘e Santa Chiara (1945) su musica di Alberto Barberis.
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Onorato. Caricatura Ernesto Murolo